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La normativa per aprire un negozio

6 Luglio 2023

Mettersi in proprio e non dipendere da nessuno. E’ il sogno di molti. Aprire la propria attività comporta delle spese che devono essere considerate prima di avviare il proprio progetto. È legittimo quindi chiedersi: “Quanto costa aprire un negozio?

Vediamo tutto quello che c’è da sapere e come aprire un negozio rispettando tutte le regole.

  • Per aprire un negozio è necessario prestare attenzione a una serie di fattori come: requisiti personali, professionali e relative autorizzazioni.
  • Per aprire un negozio è necessario disporre di una partita IVA e sostenere dei costi, che possono essere ridotti grazie all’apertura di un negozio in franchising o di un e-commerce.

Quelle che preoccupano maggiormente riguardano l’affitto dei locali, le utenze da allacciare e le licenze necessarie. Il rischio di restare sommersi da carta e cavilli burocratici, però, si è ridotto progressivamente col passare degli anni. A venire incontro ai commercianti è stata la riforma introdotta dal Decreto Legislativo n.114 del 31 marzo 1998. Il settore è stato modernizzato adeguando la normativa a quella esistente nella maggior parte dei paesi europei. Pertanto la procedura per aprire un negozio in Italia, oggi, è molto più semplice. La Legge Bersani (Legge 40/2007) ha infatti liberalizzato il commercio.

Dal 2006 chiunque può aprire un negozio in maniera facilitata se i locali hanno un’ampiezza inferiore ai 250 mq. Sotto questa soglia è possibile destinare un negozio alla vendita di qualunque merce, purché legale, nei comuni con più di 10.000 abitanti. Se invece il comune ha meno di 10.000 abitanti, la metratura non deve superare i 150 mq. In tutti questi casi non occorre chiedere la licenza al Comune, ovvero l’autorizzazione amministrativa a vendere. Basta trasmettere una comunicazione al sindaco, assicurando il rispetto delle norme che regolamentano il settore in cui si avvia l’impresa. Tramite la dichiarazione di inizio attività si autocertifica il rispetto delle norme. La dichiarazione prende il nome di SCIA, ossia Segnalazione Certificata di Inizio Attività. Questo documento va inoltrato telematicamente allo sportello unico delle attività produttive (SUAP) istituito presso il Comune.

 

Quando si vuole aprire un negozio, è utile sapere che gli esercizi di vendita vengono suddivisi in tre tipi:

  • Esercizi di vicinato: con superficie di vendita non superiore a 250 mq
  • Medie strutture di vendita: con superficie di vendita compresa tra 251 e 2.500 mq
  • Grandi strutture di vendita: con superficie di vendita superiore a 2.500 mq

Attualmente non occorre più l’iscrizione al Registro Esercenti di Commercio, noto come REC. Tale obbligo sussiste soltanto per chi avvia un’attività che tratta alimenti, oppure un albergo, un ristorante o un bar. Per avviare questo genere di attività occorre inoltre aver frequentato il corso SAB, per la somministrazione alimenti e bevande.

Per quanto riguarda i requisiti, si suddividono in due filoni:

  • Requisiti personali: il soggetto che intende esercitare l’attività commerciale deve essere in possesso di alcuni requisiti soggettivi previsti dall’art. 5, commi 2 e 4, del Decreto Legislativo 114/98. Non può esercitare l’attività commerciale, a meno che non abbia ottenuto la riabilitazione, chi è stato dichiarato fallito, ha riportato condanne penali o è stato sottoposto a misure di prevenzione. In tutti questi casi il divieto di esercizio dell’attività commerciale dura 5 anni.
  • Requisiti professionali: sono richiesti soltanto nel settore alimentare. Per aprire è necessaria la frequentazione, con esito positivo, di un corso professionale per il commercio relativo al settore merceologico alimentare. Tale corso deve essere istituito, o riconosciuto, dalla Regione in cui si intende avviare l’attività.

Il regime fiscale e i contributi previdenziali

In contemporanea all’apertura della partita IVA, dovrai indicare la tipologia di regime fiscale da adottare. Avrai due opzioni:

  • regime forfettario;
  • regime ordinario.

Il regime forfettario può essere applicato se si dispongono di alcuni requisiti. In primo luogo, dovrai avere una ditta individuale. Inoltre, si richiede che il fatturato annuo non superi i 65.000€. Queste due condizioni permettono di includere nel regime agevolato anche i negozi online o quelli fisici.

Se invece decidi di aprire un negozio con una società di persone o una di capitali, allora dovrai aderire al regime ordinario. Infine, dovrai scegliere la Cassa previdenziale di riferimento. In questo caso come attività collegata al commercio dovrai aderire alla Gestione Artigiani e Commercianti dell’INPS.

La maggior parte di queste dichiarazioni si possono inviare tramite la cosiddetta Comunicazione Unica, che si può mandare in via telematica tramite PEC, quindi da un’indirizzo di posta certificata, al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio.

La Comunicazione Unica può essere compilata tramite il portale del Registro delle imprese. Per accedere però bisogna prima registrarsi al servizio Telemaco tramite SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), CIE (Carta di Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi).

Infine ci sono altri requisiti per aprire un’attività commerciale:

  • Avere l’agibilità dei locali, cioè una certificazione effettuata dal Comune, che può riguardare l’accesso ai servizi igienici, il numero di finestre o l’impianto di areazione.
  • Avere una la giusta destinazione d’uso, quella commerciale, che al catasto risulti idonea alla vendita al dettaglio.
  • Rispettare quindi tutte le normative urbanistiche, di agibilità, di sicurezza e tutte le norme igienico-sanitarie. In qualche caso è richiesto anche il nulla osta esplicito dell’ASL di riferimento.

Se desideri ottenere una consulenza per l’apertura del tuo negozio clicca qui e compila il form per essere ricontattato.

 

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