Balzo in avanti nel 2017 per il mercato immobiliare del commercio, con un fatturato in crescita del 4,2 per cento rispetto all’anno precedente a quota 8.650 milioni di euro. Ancora in aumento le quotazioni, tornate a salire nel 2016 dopo anni di continui cali. E per il 2018 si attende un incremento ancora più sostanzioso, pari a 5,2 punti percentuali. È quanto emerge dal report “Duemila vetrine. Le migliori esperienze nel retail italiano”, il Rapporto sul mercato immobiliare commerciale in Europa e in Italia con focus high street Milano e Roma realizzato da “Scenari Immobiliari”.
La fase ascendente delle quotazioni iniziata nel 2016, dopo oltre un lustro in continua discesa, si è mantenuta anche nel corso del 2017. I prezzi medi di vendita del comparto commerciale italiano sono aumentati dell’1,4 per cento, con un incremento maggiore per la Grande Distribuzione Organizzata (GDO) (+1,7 per cento) e più contenuto per la piccola distribuzione (1,1 per cento). È stata la GDO a far registrare gli incrementi maggiori, soprattutto nelle regioni del nord, con un aumento annuo pari al 2,3 per cento. Nelle regioni del centro e sud gli incrementi sono stati più calmierati, rispettivamente più 1,8 e 1 per cento.
La piccola distribuzione invece, ha avuto incrementi decisamente più contenuti in tutte le regioni. In particolare, in quelle del nord i prezzi medi di vendita sono saliti dell’1,6 per cento, mentre in quelle del centro sono aumentati dell’1,3 per cento. A sud sono rimasti sostanzialmente invariati (più 0,3 per cento). Pesa sicuramente sull’andamento delle quotazioni la domanda di spazio che, per la piccola distribuzione si concentra quasi esclusivamente nelle vie centrali delle città, mentre scarseggia pressoché ovunque nelle aree semicentrali e periferiche. Invece per la GDO la domanda di spazi risulta più diffusa, partendo dalle periferie e arrivando fino ai centri urbani, dove negli ultimi due anni ha mediamente aumentato la sua presenza.
Per quanto riguarda Roma e Milano, rileva il report, nella Capitale la rete di esercizi registra un aumento di negozi in valore assoluto in confronto al 2015, con 662 attività in più (erano 36.492 nel 2015). Le high street romane di maggior rilievo con i brand dei segmenti più alti, sono via dei Condotti, piazza di Spagna, via Frattina e via del Babuino. Insieme concentrano circa 273 esercizi commerciali, ai quali corrispondono 260 vetrine (più 87 ingressi con vetrina), il tutto in poco più di 1.300 mt di strada percorribile.
Il capoluogo lombardo si colloca invece al primo posto tra le destinazioni preferite per viaggi di shopping su scala mondiale. La rete di negozi a Milano registra una leggera contrazione del numero di unità in valore assoluto, rispetto al 2015 (meno 153 attività, erano 16.227 a giugno del 2015), in gran parte dovuto all’accorpamento e/o riconversione di molti esercizi in unità più ampie (intorno ai mille mq). Tuttavia, la composizione complessiva rimane fortemente concentrata nelle superfici inferiori ai 150 mq (86,4 per cento). Nelle high street del lusso di Milano (via Monte Napoleone, via Sant’Andrea, via Verri, via della Spiga, e via Manzoni nel cosiddetto “Quadrilatero della moda”) il turnover di insegne è contenuto e si registra una maggiore flessibilità nei canoni di locazione, spesso con affitti variabili in funzione dell’andamento del fatturato. La domanda di immobili commerciali nelle high street da parte degli investitori istituzionali è in costante aumento. Cresce il numero dei fondi dedicati a questo mercato, caratterizzati da un approccio conservativo che cerca prodotti specifici. Più in generale, secondo la rilevazione effettuata, a Milano l’acquirente percorre oltre due chilometri (2.120 mt) nelle vie del lusso (tra Monte Napoleone, Verri, Sant’Andrea, della Spiga e Manzoni) incrociando 508 vetrine (più 130 ingressi con vetrine) quasi un’unica esposizione sul mondo delle ultime tendenze della moda.
Fonte: Scenari Immobiliari