L’immobiliare è un settore in cui investire in questo momento? Quale potrà essere la chiave della ripartenza e quali le proiezioni del settore per il prossimo futuro? Facciamo il punto sugli effetti che la crisi economica innescata dalla pandemia di Covid-19 ha avuto su Real Estate Commerciale e su quali sono i nuovi orizzonti di questo settore, che nonostante l’emergenza sanitaria e le sue conseguenze rimane comunque ricco di opportunità per chi vuole avviare un’attività o investire.
Prima dello scoppio della pandemia il mercato immobiliare, sia a livello nazionale che europeo, era caratterizzato da una fase espansiva con un aumento dei prezzi. Espansione che ha, poi, progressivamente subito un calo. Oggi, che l’emergenza sanitaria ha avuto delle ripercussioni economiche importanti e che hanno inciso sul reddito delle famiglie come sulle possibilità di investimento delle aziende, il real estate sta vivendo una fase che possiamo definire di trasformazione e di nuove possibilità: la prima di queste è legata proprio agli effetti del Covid sul lavoro dato che lo smart working, da soluzione adottata in modo emergenziale, sta diventando prassi consolidata e un trend destinato a durare (secondo recenti sondaggi, il 66% delle aziende ha già pianificato di rendere il lavoro agile una norma), c’è un aumento consistente della richiesta di immobili che siano, anch’essi, “smart”, a supporto delle nuove modalità con cui, da oggi e nel futuro, si svolgeranno le attività lavorative.
Per soddisfare questo nuovo approccio, infatti, c’è sia necessità di locali che supportino il lavoro ibrido che di edifici che abbiano un effetto positivo sul benessere personale: le esigenze di distanziamento sociale stanno ridisegnando sia gli spazi degli uffici che le modalità di gestione dei dipendenti delle aziende, sempre più attente anche ai nuovi modelli di trasporto. Saranno proprio questi cambiamenti a ridefinire lo sviluppo di centri urbani e città: su quest’onda stiamo inoltre assistendo, per quanto riguarda i locali commerciali, ad un ritorno al commercio di prossimità, con le persone che sono tornate a frequentare, per forza di cose, più i loro quartieri con i loro negozi e piccole attività anziché spostarsi verso i centri commerciali.
Il real estate, soprattutto a livello commerciale, rimane un settore su cui investire e a vincere saranno quelle aziende e attività che sapranno interpretare i nuovi bisogni dei consumatori e, in generale, della società. Non dimentichiamoci che in questo lungo e sofferto periodo c’è una domanda rimasta “repressa” e bisogna tenersi pronti a sfruttare l’effetto-rimbalzo sia nel settore dei consumi che in quello dei servizi.
Il retail fisico non deve farsi schiacciare dall’espansione dell’e-commerce, ma trovare il modo di crescere e rifiorire al fianco di questo. Anche perché è bene tenere presente un dato di fatto: senza l’esperienza in negozio, l’online non può funzionare a lungo e i brand ne sono, e devono esserne, consapevoli. Attualmente comunque sono ottime, ad esempio, le opportunità che offre il settore della logistica, con la domanda di spazi e investitori che è in forte crescita con conseguente e atteso trend al rialzo dei prezzi degli affitti dei locali. Il resto poi, per la ripresa dei retailer, lo farà tanto il ritorno del turismo.
6 regole per riavviare il proprio business retail
Alla luce dei diversi cambiamenti che hanno coinvolto economia e società, oggi è quindi quanto mai importante osservare da vicino tutte le trasformazioni avvenute al fine di intercettare nuovi trend e opportunità di business. Flessibilità e resilienza sono due qualità fondamentali per un’attività che deve cercare di non soccombere mai alle difficoltà, ma trarre da queste nuova energia per guardare verso il futuro e i suoi orizzonti. Un momento di crisi o stallo è, peraltro, una preziosa occasione per stilare un bilancio, chiedersi dove si è arrivati finora e quali nuove direzioni si vogliono prendere. Ecco qualche consiglio per rialzarsi e tornare a “volare”, anche più in alto di prima:
- Cercare di resistere in questi momenti, comprimendo i costi senza chiudere l’attività e porre le basi per la ripartenza;
- Espandere il proprio business guardando ai nuovi trend e a quegli strumenti oggi essenziali: innovazione digitale e presenza sui social, abbinata ad un’ottima comunicazione;
- Approfittare di questi momenti di stallo per guardare all’interno della propria azienda e avviare una ristrutturazione che abbia l’obiettivo di intercettare i problemi, risolverli e verificare efficienza e produttività dei propri dipendenti e collaboratori;
- Avviare una ricerca di mercato per comprendere meglio le nuove necessità del pubblico, studiare il lancio di un nuovo prodotto o la sua appetibilità;
- Capire realmente se il proprio business è profittevole stilando un Profit and Loss, quindi attraverso un monitoraggio dell’andamento economico dell’attività negli ultimi anni, apportando i dovuti cambiamenti in caso di dispendi di risorse: una fase di stallo come questa può essere un buon momento per fare una riflessione su come vanno gli affari, a livello analitico;
- Guardare già oggi al futuro a livello di espansione retail, approfittando dei bassi prezzi degli affitti per trovare la location più adatta alla propria attività o business.
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